Pianeta Birra – Birrificio: Birra
Amiata
« Scorrono per la montagna in grande
quantità limpidissime acque sorgenti da luoghi deliziosi tali che ninfe e
fauni non hanno mai trovato più belli, e queste acque formano ruscelli che
rendono la terra sempre fresca e feconda e tale che nessun'altra montagna le
può stare a confronto; ed io la giudico nelle delizie, nella bontà delle
acque e dell'aria, non inferiore a quelle della Grecia, che gli antichi poeti
divinizzarono nei loro canti. Quivi l'estate non ha luogo ed il suo posto è
occupato dalla più ridente delle primavere; quivi l'uccello ha più dolce il
suo canto, e il fiore più vivo il suo colore e più tenace il suo
profumo. »
Questa è la poetica descrizione del Monte
Amiata di Papa Pio II nel decimo libro dei Commentari.
Ma non potete essere in disaccordo con lui,
quando dalla vetta sovrastata dalla Croce monumentale di 22 metri, dopo aver
spaziato dai laghi di Bolsena e Trasimeno fino alle alture dell’Umbria e
della Sabina, passando dalla maremma, discendete tra boschi di faggi che
mutano in castagni, in querce e sugheri e poi in prati, nel silenzio che
avvolge i vostri passi o quelli furtivi di una volpe, di un tasso o di una
martora o di un allontanarsi guardingo di un daino o di un cervo dal vostro
sentiero.
In questo meraviglioso contesto, scorgerete
concetti di Bellezza ovunque, non solo nella natura e nelle raffigurazioni
artistiche lascito perenne dello Stato Pontificio e nelle vestigia architettoniche
delle rocche medioevali, ma se ancora la complessità e la profondità della
natura umana riesce a stupirvi, troverete una Grande Bellezza anche nell’euforia
coinvolgente con la quale i fratelli Claudio e Gennaro Cerullo vi raccontano
come nasce e come si fa la BIRRA AMIATA.
BIRRA AMIATA è per loro un omaggio fedele e
ininterrotto alla loro terra, una terra verso la quale sono grati non solo
per la ricchezza di elementi fondamentali per le loro creazioni come le
castagne, il farro o la particolarissima acqua ricca di elementi vulcanici
dell’acquedotto Fiora, ma anche per l’amore verso la montagne e i luoghi in
cui sono vissuti, una terra alla quale restituiscono con ingegno brillante e
ispirazioni continue delle appassionate dediche, le loro incredibili
creazioni, le birre di BIRRA AMIATA.
Di seguito ve ne propongo la descrizione di
alcune loro birre con i relativi abbinamenti dello chef.
Fra gli abbinamenti ho volutamente evitato
i dessert, perché per l’abbinamento Birra-Dessert faremo un post dedicato.
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Aldobrandesca
Si tratta di una birra dedicata, appunto, alla famiglia degli Aldobrandeschi che dominò con alterne vicende i territori dell'Amiata per 500 anni. L’ispirazione proviene da una ricetta medioevale, e viene prodotta utilizzando 5 diverse varietà di malto con aggiunte di frumento e percentuali minori di farro e segale. Oltre ai classici sapori della blanche si percepisce un aroma di scorza di arancia, coriandolo e cardamomo non prevalenti, ma persistenti . Per ulteriori detttagli:
Pur essendo una delicata Blanche, non manca di rotondità e di una sapidità dovuta alla speziatura, questo consente di spaziare ancora di più con gli abbinamenti, di seguito qualche esempio:
Si tratta di una birra dedicata, appunto, alla famiglia degli Aldobrandeschi che dominò con alterne vicende i territori dell'Amiata per 500 anni. L’ispirazione proviene da una ricetta medioevale, e viene prodotta utilizzando 5 diverse varietà di malto con aggiunte di frumento e percentuali minori di farro e segale. Oltre ai classici sapori della blanche si percepisce un aroma di scorza di arancia, coriandolo e cardamomo non prevalenti, ma persistenti . Per ulteriori detttagli:
- Lasagnette multicolore con zucca aromatizzata al cardamomo e brie, oppure
- Tubettini con fagioli cannellini e cozze serviti in cestelli di pasta brisé oppure
- Filetto di pesce stella in crosta di agrumi servito con salsa di mela e cardamomo, oppure
- “Turbantini” fatti con i filetti di gallinella riempiti con crema di zucchine saltate con cipolline borettane, oppure
- Lagane fresche con ceci, olio Gran Cru Caruso di San Comaio a crudo e spolverata di pepe di sichuan, oppure
- Paella valenciana con cardamomo servite in foglie di canasta, oppure
- Coniglio cotto in tajine di carote, sedano, olive bianche, riso basmati e cardamomo, oppure
- Polpette miste di pollo e maiale bollite e poi ripassate in miele aromatizzato all’arancia e spolverata di cardamomo;
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Bastarda Rossa
La Bastarda Rossa prende il nome dalla castagna IGP
dei castagneti dell’Amiata, ecco quindi un altro grande omaggio dei fratelli
Cerullo al loro territorio. La castagna essiccata e privata della buccia viene
macinata in piccole parti della stessa dimensione dei grani di orzo e aggiunta
nelle fasi iniziali di produzione, così gli amidi della castagna coadiuvano la
trasformazione degli zuccheri ad opera dei lieviti, ed è per questo che
questa birra non può definirsi una semplice birra aromatizzata alla castagna,
come altre birre alla frutta, ma proprio una specifica tipologia di birra.
Ulteriori dettagli li trovate al link:
- Crèpe di farina di castagne ripiena di calamaro saltato e crema di sedano rapa, oppure
- Polpette di castagne e patate lesse riempite di gobbetti, avvolte in uno spaghetto alla chitarra precedentemente sbollentato e fritte in olio evo, oppure
- Tortino di castagne, patate e alici con porro e basilico, oppure
- Arancine ripiene di toma di castelmagno, panate in amaranto e fritte in olio evo aromatizzato all’alloro, oppure
- Costata di maiale spadellata con olio e aglio che termina la cottura avvolta in foglie di bieta e crosta di brisé fatta con farina di castagne e cacao Droste, oppure
- Rana pescatrice su letto di verza stufata in finta salsa bernese alla castagna e pepe rosa;
- Quenelle di ricotta e farina di castagne scottate in acqua e servite con riduzione di mosto di malto e miele alla castagna;
- Ravioli fatti con farina di castagne e semola di grano duro, ripieni di indivia, prosciutto, ricotta e cacio Re (pecorino sardo), spadellati in burro e alloro.
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Contessa
Questa birra, omaggio a
storia, leggenda e natura dei luoghi dell’Amiata è dedicata quindi al Prato
della Contessa uno dei pianori più incantevoli della zona, luogo si narra, di
amorosi incontri tra Gherarda degli Aldobrandeschi, contessa di Cana e il
giovane Adalberto, feudatario di Chiusi.
I profumi floreali ed erbacei tipici delle birre IPA, si mescolano in
realtà a una flagranza fruttata dal sapore agrumato, ottenuta con luppoli
americani. che è possibile provare visitando in estate questo stupendo
pianoro.
- Osomaki/Uramaki (SUSHI) a base di avocado, cetriolo, erba cipollina, pesce crudo (salmone, tonno, spigola, pesce serra, lampuga, orata, o altro) opportunamente abbattuto ovviamente, oppure
- Cappe sante, con il cilindro del frutto panato in un pan grattato trattato con nero di seppia, la lingua del frutto viene panato in farina di farro, il tutto fritto separatamente in olio evo, lingua e cilindro così elaborati vengono poi ricomposti nella conchiglia adagiandoli su un cucchiaino di latte condensato al cocco, oppure
- Insalata di radicchio di Castelfranco, germogli di soia, carote, semi di girasole e semi di Zucca bio, olio Proverbio Bio blend di San Comaio, oppure
- Mousse di cavolfiore e vaniglia con gobbetti e ricci di mare, oppure
- Suprema di pollo marinata in agrumi, succo di lime, olio e paprica dolce, grigliata e servita con salsa bernese, oppure
- Anatra marinata con buccia di arancia e cannella, stufata con cipolla di tropea e quadratini di mela Golden, prima di servire si aggiunge del miele di melata, oppure
- Fettuccine di pasta di Semola di grano duro con formaggio caprino e luppolo selvativo, oppure
- Trancio di Ricciola cotta con uva fragola, servita con riduzione di Contessa e zucchero di canna Mascobado.
· Polska
Una ricerca in una direzione
NON del tutto casuale porta i fratelli Cerullo a creare quella che loro stessi
hanno definito la Grätzer/Grodziskie di Birra Amiata, una birra affumicata di grano
nata nella città di Grodzisk in Polonia dove una buona parte delle fabbriche
furono poi acquistate dalla Heineken perdendo purtroppo identità e univocità.
Quindi dopo un attento studio per riprodurre questo stile di birra, dopo aver
identificato malti affumicati su quercia, la luppolatura e il dry-hopping per
stemperare l’originaria affumicatura, nasce questa birra beverina dove
l’affumicato ben si equilibra con la generosa luppolatura. Ulteriori dettagli
li trovate al link:
- Croissant con una farcia a pezzettoni fatta spadellando la cipolla di tropea con mela golden, aringa affumicata e yogurt, ricoperti di semi di papavero, oppure
- Bigné dolci ripieni di salmone affumicato e robiola, serviti con salsa rosa, oppure
- Cornucopie di pasta sfoglia con una farcia di sgombro, cipolle borettane, insalata trocadero e Brie, ricoperte di semi di sesamo nero, oppure
- Tartara di salmone, avocado, riduzione di Polska servita con tempura di verdure, oppure
- Quiche di speck affumicato, casolet e porri sfumati alla Polska, oppure
- Polenta Taragna “al bicchiere” con ragù di tarantello di bonagia e capperi delle eolie, oppure
- Sformatini freddi di spada affumicato, con pachini di Marzamemi confit, capperi e olive, oppure
- Fiori di zucca al vapore riempiti con ricotta, bottarga, acciughe e riso nero di venere, oppure
- Costolette di agnello avvolte in una foglia di scarola liscia sbollentata e indorate e fritte, servite con vellutata mignon di ceci alle erbe aromatiche, oppure
- Ghocchi di farina di Roveja mista a farina di Kamut con fave, carciofi e speck.
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Marsilia
Dalla caduta del muro di
Berlino, dal 1989 ad oggi la rinascita di questo antico stile birraio risorge,
ed ecco quindi l’ispirazione per Marsilia, una birra che offre sensazioni
indescrivibili, sapientemente realizzata con materiali ricercati come il fior
di sale grezzo delle saline trapanesi. La salinità dell’acqua è studiata per
replicare lo stile “Gose” di questa birra, senza “violare l’editto di purezza
della birra”, il celeberrimo Reinheitsgebot di Guglielmo IV di Baviera, come
allora, ma regalando sensazioni di salinità che assieme all’acidità rendono
sensazioni di freschezza e di sapidità.
Ulteriori dettagli li trovate al link:
Questo curioso ensemble di sensazioni, salinità e freschezza, sapidità e sentori floreali, consente a questa birra di essere adatta a piatti a base di pesce, ma anche a formaggi che conservano una certa acidulità e grassezza, nonché a pietanze in generale con venature amare ben contrastate dall’acidità e dalla freschezza. Di seguito gli abbinamenti proposti:Ulteriori dettagli li trovate al link:
- Casatella trevigiana (formaggio discretamente acidulo e grasso) servito con composta di radicchio e sbriciolata di biscotto ai cereali, oppure,
- Risotto gorgonzola dolce e cioccolato fondente al 72% servito in foglie di radicchio trevigiano, oppure,
- Bruschette di pane abbrustolito all’olio San Comaio Zahir monocultivar ravece con la Ricotta Forte leccese (Ricotta Ascante, ossia bruciata), oppure,
- Fregola sarda (selvaggia) servita con crema di granchi di nassa e spuma di latte di Kefir, oppure,
- Cannoli di pane fritti con farcia di spigola e dragoncello, serviti su misticanza e crema allo yogurt, oppure,
- Sashimi di dentice rosa, con fili di radice di zenzero e salsa allo yuzu, sul quale viene versato olio evo misto ad olio di sesamo (3/4 e ¼) riscaldato prima di servire, oppure,
- Zuppa di coriandolo, dashi kombu, salsa di soia e saké con rana pescatrice fritta, servita con erba cipollina e fetta di lime, oppure,
- Asparagi bianchi DOP di Bassano del Grappa lessi serviti con salsa all’uovo e fondutina di Asiago.
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San Niccolò
Questa birra di Natale, come da tradizione centenaria
del nord Europa, segue le indicazioni tipiche della tradizione, birra ad alta
fermentazione, pesantemente speziata, ad alta gradazione, adatta alle rigide
temperature invernali a alle grandi mangiate natalizie. L’unica tradizione che
speriamo che i fratelli Cerullo abbiano dimenticato di seguire, è quella di
“dimenticare” la ricetta, allontanandosi troppo dalla fantastica produzione di
quest’anno ad esempio! E’ realizzata attraverso l’utilizzo di 9 malti con
luppoli americani ed inglesi, ed a fine bollitura avviene l’aggiunta di spezie
e ingredienti vari, come cannella, chiodi di garofano, noce moscata, zenzero,
cacao e pepe nero. Ulteriori dettagli li trovate al link:
- Risotto con Salsiccia di tacchino e straccetti di arista saltati ai porri, con mosto di Malti affumicati e miele di castagno, oppure
- Paccheri di gragnano alla Genovese di Polpo, ossia riduzione di pezzi di piovra su letto di cipolla bianca, con aggiunta di concentrato di pomodoro e foglie di basilico, oppure
- Stracotto di cinghiale alla grossetana con aggiunta di cioccolato fuso e uvetta di Corinto, oppure
- Cosciotto di Tacchino alle erbe, cotto su letto di cipolle borettane intere successivamente caramellate con Mascobado e fondo di cottura, oppure
- Filetto di maiale con prugne secche marinate in crosta di pasta strudel, servito con riduzione di birra San Niccolò e marmellata di fichi, oppure
- Prosciutto speziato con chiodi di garofano, ricoperto di con glassa di miele di melata e arancia, servito con pere Kaiser glassate, oppure
- Arista di maiale alle erbe sotto vuoto, in cottura lenta, 65°, 11 ore, (cfr post Temperature basse e tempi lunghi), con mousse al mandarino, oppure
- Bocconcini di Cervo marinati in senape dolce e funghi steccherini grattuggiati, panati con amaranto e fritti in olio evo, serviti su polenta di galletti.
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Cinabro
Questo minerale rosso
vermiglio, appunto il Cinabro, estratto nel periodo minerario dal Monte Amiata,
rappresenta ancora una volta un “inchino” alla terra di origine di questi
straordinari birrai. Il cinabro era anche considerato elisir di lunga vita dai
Cinesi che ne facevano largo uso anche nel campo della medicina. Non a caso
questa birra, prodotta utilizzando 11 diverse varietà di malto, con l’aggiunta
di fiocchi d’orzo, anche grazie all’alta fermentazione, rifermentata tre volte,
la prima in un fermentatore d’acciaio, la seconda in un passaggio veloce in
botte e la terza in bottiglia, da proprio la sensazione di rinfrancare chi la beve, come
accade solo alle Barley Wine di grandissimo pregio. Ulteriori dettagli li trovate al link:
- Crema di Cous Cous integrale con malto di birra, latte di soya, quadratini di pane fritti in olio e dragoncello, servita in coppa con aggiunta di sciroppo d’acero, oppure
- Polpo alla Peca (ricetta tipica croata), servito con the nero cinese (Lapsang Souchong affumicato con legno di pino e cedro) e fonduta di cioccolato fondente aromatizzato allo zenzero, oppure
- Arancini di riso venere con ripieno di ragù di calamari e pesto genovese, panati nella Quinoa real e fritti in olio evo, oppure
- Filetto di tonno (non stressato) panato in sesamo nero e scottato su pietra ollare, servito con salsa Teriaki (salsa di soia, zucchero di canna, saké e olio), oppure
- Risotto con riso baldo, al nero di seppia e foglioline di menta, oppure
- Anguilla spellata alla fiamma, in crosta di pistacchi su crema di cavolo nero, oppure
- Flan di cipolle di Tropea alla “Dito e la Luna” (storico ristorante del quartiere San Lorenzo a Roma) servito su una mousse al parmigiano, oppure
- Arista di maiale affumicata in salsa di liquirizia, servita su letto di mele red delicious sciroppate alla cannella.







