mercoledì 21 gennaio 2015

Pianeta Birra

Come vi accennavo nel post precedente sul vino, presto ci sarebbe stata una disquisizione sul pianeta Birra.

Non parleremo mai di Birra come prodotto industriale se non per fare qualche eccellente confronto, per scelta quindi ci addentreremo solo e soltanto nell’ambito della Birra Artigianale.

Mentre scrivo, ne sono certo, migliaia di Brewer soltanto in Italia, stanno decidendo quali malti speciali utilizzare cercando poi di immaginare con quello che io chiamo “il gusto della mente” se aggiungere poi a fine processo un luppolo bivalente o due luppoli, se affidarsi a questi ultimi per la profumazione o aggiungere delle spezie, che so ginepro, coriandolo o liquirizia.

Ai Brewer va il mio più grande rispetto, perché come capirete bene nei post che seguono, essi costituiscono lo stadio iniziale, larvale oserei dire, di tutti i migliori Birrifici Artigianali.

Un Brewer è come uno Chef, perché l’approccio alle materie prime anche per lui muta, diventa proiezione di una trasformazione che sente dentro, sogna ad occhi aperti qualcosa che è solo un’idea, inizialmente senza dettagli, senza definizione dei passaggi necessari, ma una precisa meravigliosa idea.

Comincia quindi su questo mio Blog una sorta di rubrica che avrà come pre-titolo “Pianeta Birra”, nel quale vi descriverò per una serie di Birrifici Artigianali da me visitati non soltanto il prodotto finito, ma quello che c’è dietro le quinte di un’etichetta, dall’attenzione verso le materie prime, al rapporto empatico tra il produttore e le proprie origini.


Non perdetevi quindi il prossimo Post: Pianeta Birra – Birrificio: Birra Amiata

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"A tavola perdonerei chiunque, anche i miei parenti" Oscar Wilde