9) Temperature basse e tempi lunghi, se non hai tempo allora servi del Sashimi!
Questa
affermazione non è dispregiativa verso il Sashimi (faremo presto degli
approfondimenti sulla cucina giapponese), la cui preparazione richiede come
sapete oltre al tempo di abbattimento del pesce, anche e soprattutto una certa
manualità.
Piuttosto è
dispregiativa del “fast”, non tanto come “fast food”, la ormai planetaria
contrapposizione allo “slow food”, una delle più grandi idee di marketing della
storia del cibo ad oggi conosciuta, ma come tecnica di cucina che spesso, oltre
ad allontanarci dalla cucina tradizionale, inevitabile con i ritmi odierni,
rovina il nostro cibo trasformandone il sapore decurtandolo dei suoi contenuti
nutrizionali.
Di cosa stiamo
parlando? Non necessariamente del maialino sardo (12 ore), o del Ragù
napoletano di cui sopra (6 ore minimo), o della Coda alla Vaccinara (4 ore
minimo), o dello Stracotto d’asino (3 ore minimo), al netto dei tempi delle
marinature, ma anche.
Dovete pensare
con la vostra testa, sperimentare e scoprire che alcuni assiomi culinari della
vostra vita decadono, insomma è arrivato il momento di fare la vostra
rivoluzione copernicana e scoprire che:
- Per cucinare un uovo alla coque alla perfezione non occorrono necessariamente 3 minuti e neanche 4, ma può cuocere anche in un’ora;
- Per cuocere dei Wurstel ci possono volere 1,5 ore;
- Che per fare i pomodori frutta alla Nobu, ci possono volere 3 ore di cottura;
- Che per aromatizzare bene le costolette di agnello avete bisogno anche di 3 ore a 3° Celsius;
- Che una pasta aglio, olio, origano e san marzano possa cuocere in 75 minuti;
Come sempre il
mio invito è quello di abbandonare gli schemi, riflettere, e avvalervi della moderna tecnologia dove necessario, o della vecchia, dove possibile per
migliorare i sapori, i profumi, i colori e i contenuti dei vostri piatti.
Datevi sempre
degli obiettivi, scegliete gli strumenti che ritenete opportuni e provate ad
ottenerli, come un buon fotografo trasforma l’immagine che ha ideato sfruttando
la tecnologia a disposizione trasformandola in foto.
Non
necessariamente l’obiettivo sarà di bloccare il processo di denaturazione delle
proteine, cosa in alcuni casi auspicabile, perché è un processo cooperativo
difficile da arrestare a certe temperature, ma cercate in ogni caso di
raggiungere l’obiettivo preposto.
Se volete che il
vostro Bollito abbia determinate consistenze, ma mantenga dei sapori
che poi nell’acqua vanno a scomparire, se volete che i Calamari alle foglie di Mirto
abbiano la giusta consistenza ma l’aroma del mirto sia pervasivo, se volete
evocare i sapori del Polpo alla Greca steso al sole di Santorini
per mezza giornata stando comodamente a casa vostra, se ritenente possibile dare
al vostro bimbo di 4 anni della dolce, burrosa e nutriente carne di Bufala, oppure
semplicemente se volete assaggiare l’uovo alla coque più delicato e saporito
che abbiate mai provato, non potete avere fretta, prendetevi i vostri tempi, abbassate la temperatura e rallentate
i tempi e i ritmi della vostra frenetica vita!
Non necessariamente
dovrete fare acquisti dispendiosi, certo se avete un ristorante forse vale la
pena dotarvi delle opportune apparecchiature, oggi esistono anche piccoli
elettrodomestici detti Sous vide Device che raggiungono e mantengono
temperature anche con bassi costi delle utenze, ma per chi si vuole cimentare a
costo quasi nullo, il mio consiglio è:
compratevi una macchinetta
per il sottovuoto e un buon termostato da cucina, e fate uscire l’ingegnere che
è in voi!