lunedì 24 novembre 2014

... da I DIECI COMANDAMENTI ...

9) Temperature basse e tempi lunghi, se non hai tempo allora servi del Sashimi!


Questa affermazione non è dispregiativa verso il Sashimi (faremo presto degli approfondimenti sulla cucina giapponese), la cui preparazione richiede come sapete oltre al tempo di abbattimento del pesce, anche e soprattutto una certa manualità.



Piuttosto è dispregiativa del “fast”, non tanto come “fast food”, la ormai planetaria contrapposizione allo “slow food”, una delle più grandi idee di marketing della storia del cibo ad oggi conosciuta, ma come tecnica di cucina che spesso, oltre ad allontanarci dalla cucina tradizionale, inevitabile con i ritmi odierni, rovina il nostro cibo trasformandone il sapore decurtandolo dei suoi contenuti nutrizionali.

Di cosa stiamo parlando? Non necessariamente del maialino sardo (12 ore), o del Ragù napoletano di cui sopra (6 ore minimo), o della Coda alla Vaccinara (4 ore minimo), o dello Stracotto d’asino (3 ore minimo), al netto dei tempi delle marinature, ma anche.

Dovete pensare con la vostra testa, sperimentare e scoprire che alcuni assiomi culinari della vostra vita decadono, insomma è arrivato il momento di fare la vostra rivoluzione copernicana e scoprire che:
  • Per cucinare un uovo alla coque alla perfezione non occorrono necessariamente 3 minuti e neanche 4, ma può cuocere anche in un’ora;
  • Per cuocere dei Wurstel ci possono volere 1,5 ore;
  • Che per fare i pomodori frutta alla Nobu, ci possono volere 3 ore di cottura;
  • Che per aromatizzare bene le costolette di agnello avete bisogno anche di 3 ore a 3° Celsius;
  • Che una pasta aglio, olio, origano e san marzano possa cuocere in 75 minuti;


Come sempre il mio invito è quello di abbandonare gli schemi, riflettere, e avvalervi della moderna tecnologia dove necessario, o della vecchia, dove possibile per migliorare i sapori, i profumi, i colori e i contenuti dei vostri piatti.

Datevi sempre degli obiettivi, scegliete gli strumenti che ritenete opportuni e provate ad ottenerli, come un buon fotografo trasforma l’immagine che ha ideato sfruttando la tecnologia a disposizione trasformandola in foto.

Non necessariamente l’obiettivo sarà di bloccare il processo di denaturazione delle proteine, cosa in alcuni casi auspicabile, perché è un processo cooperativo difficile da arrestare a certe temperature, ma cercate in ogni caso di raggiungere l’obiettivo preposto.

Se volete che il vostro Bollito abbia determinate consistenze, ma mantenga dei sapori che poi nell’acqua vanno a scomparire, se volete che i Calamari alle foglie di Mirto abbiano la giusta consistenza ma l’aroma del mirto sia pervasivo, se volete evocare i sapori del Polpo alla Greca steso al sole di Santorini per mezza giornata stando comodamente a casa vostra, se ritenente possibile dare al vostro bimbo di 4 anni della dolce, burrosa e nutriente carne di Bufala, oppure semplicemente se volete assaggiare l’uovo alla coque più delicato e saporito che abbiate mai provato, non potete avere fretta, prendetevi i vostri tempi, abbassate la temperatura e rallentate i tempi e i ritmi della vostra frenetica vita!

Non necessariamente dovrete fare acquisti dispendiosi, certo se avete un ristorante forse vale la pena dotarvi delle opportune apparecchiature, oggi esistono anche piccoli elettrodomestici detti Sous vide Device che raggiungono e mantengono temperature anche con bassi costi delle utenze, ma per chi si vuole cimentare a costo quasi nullo, il mio consiglio è:

compratevi una macchinetta per il sottovuoto e un buon termostato da cucina, e fate uscire l’ingegnere che è in voi! 

venerdì 21 novembre 2014

... da I DIECI COMANDAMENTI ...

8) Fate l'amore con il sapore e soprattutto non dimenticate i preliminari!
(dedicato alla mia amica Michela)


“<<Senti, hai sentito?>>, mi diceva con una specie d’ansia, come se in quel preciso momento i nostri incisivi avessero triturato un boccone di composizione identica e la stessa stilla d’aroma fosse stata captata dai recettori della mia lingua e dalla sua. <<E’ lo xilantro? Non senti lo xilantro?>> aggiungeva menzionando un’erba che dal nome locale non eravamo ancora riusciti ad identificare con sicurezza (forse l’aneto?) di cui bastava un filo sottile nel boccone che stavamo masticando per trasmettere alle narici una commozione dolcemente pungente, come un’impalpabile ebbrezza.” Da “Sotto il sole giaguaro” di Italo Calvino

Per comprendere il sapore in tutta la sua ricchezza e profondità dovete imparare ad amare, l’intensità con la quale assaporate la vita amandola da l’impulso a tutto ciò che fate, figuriamoci ad un gesto d’amore bello come quello di cucinare per qualcuno.

Il mio amico ristoratore Michele mi diceva “io quando prenotano sono più contento, non tanto per organizzarmi, ma perché così so che quella sera cucino per Tizio o per Caio, ed anche se non li conosco penso già alla faccia che faranno dopo aver assaggiato i miei piatti!”.

Quando vi sorprenderete a pensare alla sorpresa indotta nei vostri commensali, ad esempio per aver messo delle foglioline di menta nel loro risotto al nero di seppia, oppure per aver strusciato dell’aglio fresco sul fondo del loro piatto per il cous cous al granchio, o per aver messo in infusione del rosmarino secco nell’acqua per la preparazione del pane, oppure per aver messo al centro del pacchero alla pescatrice una mousse al basilico, allora siete sulla strada giusta.

 “Un artista non è mai povero” dice Babette dopo aver speso tutti i diecimila franchi d’oro, vinti alla lotteria, per cucinare una cena speciale in memoria del padre delle due sorelle danesi che l’avevano ospitata in fuga da Parigi dopo la repressione della Comune.

Non occorre siate stati chef al  Café Anglais di Parigi per cucinare una cena come quella di Babette, dove il banchetto si trasforma in “un’avventura amorosa” dove “rettitudine e felicità si baciano”, dove i commensali a fine cena danzano tenendosi per mano in un paesino della costa danese dello Jutland.

I vostri commensali sono li per vivere insieme a voi un’esperienza universale che è quella della convivialità, del gusto, ma anche unica, come essere proiettati in una nuova dimensione percettiva creata da voi, dove troveranno tutto quello che avete avuto il coraggio di mettere, e per metterci l’amore, credetemi dovete prima averlo provato.

La dimensione percettiva che state creando è globale, non è fatta solo ed esclusivamente di sapori, ma è molto più ampia, è fatta anche di preliminari che vanno dalla cortesia, la gentilezza, la fermezza con cui effettuate l’invito al vostro evento, alla consistenza delle posade utilizzate, dal profumo che avete deciso trapeli nella sala, alla modalità intrigante con la quale raccontate cosa avete preparato per loro, dall’accortezza nel gestire le loro eventuali intolleranza alimentari alla libertà di autogestione che concederete.

Insomma, dall’ambiente alla musica scelta, tutto contribuisce a vivere quell’esperienza percettiva, l’importante però è che tutti abbiano l’impressione che ogni cosa è li per pura casualità, anche quel vecchio disco di Patty Smith che è li accanto allo stereo per la vostra amica figlia di figli dei fiori!

Ma il monito non vale solo per voi che cucinate, ma per chiunque si trovi davanti ad una fetta di Bouché de rose parigina o di una Pastiera napoletana, assaporate comunicando a chi vi sta intorno il vostro percorso interiore, coinvolgete gli altri nelle vostre sensazioni, condividetele perché esse si amplificheranno e si completeranno, in fondo il significato di amore non è questo?


giovedì 20 novembre 2014

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7) Saziali ho detto, non Straziali!

Ma è il cenone di Capodanno o una cena tra amici?

Insomma o è il pranzo di Natale, o di ferragosto, o altro, l’unica verità è che il troppo stroppia e quindi contenete la vostra esuberanza culinaria!

La migliore alternativa, sempre che abbiate amici non rinunciatari in quanto consapevoli della vostra nobile arte, è che ognuno di loro per non essere rimpinzato all’infinito, comincerà ad invitare qualcun altro sapendo che ci sarà cibo per un reggimento.

Non è possibile che dopo aver servito gli antipasti:

  • Pesce Bandiera marinato alle erbe aromatiche, 
  • Seppie crude al lime, 
  • Gobbetti crudi, 
  • Cozze alla Saint Malò, 
  • Polipetti alla Luciana, 
  • Tortino di Alici patate e porri, 
  • Paté di Maccarello con gelatina, 
  • Cornucopie di Sgombro e Camember, 
  • Arancine di riso nero e calamari, 
  • Pomodoro camone farcito con Caponata,

proseguite ancora, vi dovete FERMAREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!

Quando vi fermate con questo andirivieni di portate dalla cucina alla sala da pranzo è già troppo tardi!
I vostri cari commensali, che nel frattempo si sono tracannati dal Moscato di Noto all’Erba Luce di Caluso, passando dal Fiano di Avellino e dal Terre Alte del Friuli, oramai non ne capiscono più di sapori, di toni, di profumi, di freschezze, di acidità, delle consistenze delle raffinatezze che gli state proponendo.
Se non volete rovinare tutto, dovete fermarvi e proporre un Dessert, UNO!

Che ne so chiudete con:
                Un Babà al limoncello, oppure
                Un tortino alle mele, oppure
                Una Caprese al limone, oppure
                Un Crostino di ricotta allo sciroppo di miele e zafferano, oppure
                Un Budino di ricotta e miele di Melata, oppure
                Una Gelatina di cachi su biscotto ai cereali, oppure
                Un semifreddo al torrone con grattuggiata di cioccolata di modica.

Ma insomma vanno più che bene anche due Cantuccini di Prato!
Servite con l’opportuno vino e amen, quattro chiacchiere per svagare i fumi dell’alcool e tutti a casa.


Ed è proprio tornando a casa che si ha la “prova del nove”, se non si sentiranno appesantiti, se dormiranno tra 4 guanciali sognando proibitamente e se al loro risveglio avranno di nuovo fame o almeno non penseranno al cibo come una condanna, allora li avete saziati non straziati!

mercoledì 19 novembre 2014

... ...da I DIECI COMANDAMENTI ...

      
               6. Saziati ho detto, non Straziati!

Da sempre il cibo è l’antidepressivo più subliminale che esista.

Che spesso usiamo il cibo come anti ansiolitico e antidepressivo è un dato di fatto indiscutibile.

Ora senza fare psicodrammi, il motivo per il quale siete o in forte sovrappeso oppure in obesità è che qualcosa nella vostra vita vi mette ansia, qualcosa che non riuscite ad affrontare del tutto in campo aperto, qualcosa che rappresenta un vostro punto di debolezza che quando viene toccato comporta inevitabilmente un grande sforzo emotivo e psichico.

Di cosa si tratta?

  • Accettare l’autorità, sul lavoro ad esempio, spesso comporta grandi sofferenze;
  • Rimanere nella casellina che l’azienda per cui lavorate ha disegnato per voi, spesso può costituire un problema, soprattutto se siete una persona eclettica, iperattiva e capace di gestire più attività in parallelo e bene;
  •  Oppure quando la struttura organizzativa gerarchica è assolutamente anti-meritocratica vi sentite soffocare letteralmente al lavoro;
  • “La miglior difesa è l’attacco”, spesso le persone, familiari anche, adottano questo approccio nella vita. Ma c’è una persona in particolare che non sopportate e che non sapete gestire, una persona che ha un’aggressività insostenibile, che prima ancora che iniziate a pensare, già vi ha dato del “vigliacco bugiardo debole incompetente nulla facente e inetto”, non è necessario che lo dica esplicitamente, lo si legge tra le righe;
  • Oppure l’ansia può essere più sottile, ad esempio, avete difficoltà a dire la vostra all’interno di un coro che invece canta all’unisono, la vostra opinione sarebbe scomoda, e quindi per “comodità” la tacete, ma questo vi logora pian piano.

Potremmo andare avanti per ore, ma sull’argomento ci ritorneremo, quello che vi dico è:
saziatevi ma non straziatevi, puntate su un’altissima qualità del cibo e non sulla quantità, è la qualità che deve compensare la vostra depressione e placare la vostra ansia, e questo vale per tutti, perché da "normali" a diventare sovrappeso e da sovrappeso via via ad obesi il passo non è lungo.


Ricordatelo: Dio perdona, il metabolismo no!

lunedì 17 novembre 2014

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5) Sono le 06.00 del mattino, vai a fare la spesa con il Trolley!

Ad usare il carrellino della spesa (che io chiamo Trolley) come i vecchietti del quartiere popolare e popoloso dove abito, mi ha insegnato un caro amico ristoratore, Michele, che saluto affettuosamente.

Svegliatevi presto al mattino e recatevi al più vicino mercato rionale, saltate a pié pari supermercati, botteghe (almeno per il momento) e la miriade di fruttivendoli che circonda casa vostra.

Dall'avvento dell’euro ad oggi i negozi di rivendita di frutta e verdura si sono triplicati, ma l’eccessivo ricarico del prezzo nel corso degli anni e la crisi ha fatto si che il consumo di frutta e verdura è in calo del 12% rispetto all'anno scorso, confermando un trend quinquennale, questo ci farà assistere presto al fenomeno inverso.

Ma i mercati rionali ci sono e rimarranno, con i loro colori, suoni e profumi vi metteranno di buon umore facendovi cominciare bene la giornata.

Sforzatevi di trovare degli elementi distintivi della merce in vendita, perché una pera spadone, un broccolo, un cavolo rapa su un banco non ha necessariamente la stessa qualità di quella su un altro banco. Magari possono provenire dallo stesso mercato all'ingrosso, a volte addirittura dallo stesso fornitore, ma anche li giocano fattori diversi:
  • chi arriva prende la merce migliore, secondo il banale concetto che “chi tardi arriva male alloggia”,
  • chi proviene da una cultura contadina ha un occhio più allenato e sceglierà le casse del lotto migliori,
  • chi fa un grande smercio fa ordinativi maggiori e il fornitore è disposto a garantirgli sempre una buona qualità;

Ma non è solo su questi rivenditori che dovete puntare perché al mercato rionale, spesso si trovano sia produttori diretti che rivenditori di piccoli produttori locali, con alcuni vantaggi imperdibili per voi:
  • Merce a Kilometri “0”, con il vantaggio che non subisce degradazioni dovute ad eccessivi passaggi fuori e dentro frigoriferi (ad esempio dal magazzino al mezzo di trasporto),
  • Colture non intensive non necessitano di trattamenti per la crescita massivi, potendo contare su una maggiore risorsa “biodinamica” per resistere alle intemperie ad esempio un terreno non eccessivamente sfruttato,
  • Produzioni piccole hanno la totale maturazione su pianta, difficilmente vengono colte acerbe per passare poi alla maturazione con l’etilene,
  • Produzioni non industriali, in genere non subiscono il cosiddetto processo di “lucidatura”, in particolar modo applicato a frutta e ortaggi, questo processo utilizza sostanze che anche in un’attenta normativa come quella italiana, destano qualche sospetto, figuriamoci per le partite provenienti da paesi dove ci sono meno controlli;

Ma i più fortunati tra voi, sono quelli che vivono in un paese di mare, infatti  avranno la sveglia ancora prima alle 05:00 del mattino per comprare il pesce al mercato.

Mai dimenticherete il caffè caldo per combattere il freddo sul molo alle 5 del mattino in attesa delle paranze, la scoperta dei pesci locali più insoliti, la lotta con gli altri acquirenti (spesso ristoratori) per accaparrarsi un astice blu o un’orata di mare, né dimenticherete il tentativo perentorio di alcuni rivenditori di mistificare la merce e farvi cadere ancora una volta in una delle loro trappole.


Ma in realtà è anche con il Trolley, quello da viaggio che dovete fare la spesa, perché in un paese così ricco di biodiversità non potete esimervi dal riempire la vostra dispensa, di prodotti che provengono da tutta l’italia e da tutto il mondo, quindi quando siete in viaggio, dovunque voi siate tornate sempre a casa con qualcosa utile alla vostra cucina.

giovedì 13 novembre 2014

I DIECI COMANDAMENTI

I DIECI COMANDAMENTI


    1. 1 - Non avrai altro cuoco all'infuori di te stesso;
"Spesso mi ha fatto pensare”, scusate la citazione, ero troppo tentato!

Potrete conoscere decine di chef, prenderete come riferimenti amici, zie, nonne e prestigiatori culinari che vestono la bianca divisa in TV, ma ad esclusione della mamma, santa, che facilmente spegneva in voi ogni velleità di virtuosismo gastronomico presentandovi sotto il naso una parmigiana di melanzane che ancora ad oggi non riuscite ad eguagliare, nessuno, dico NESSUNO, dovrà spegnere il vostro entusiasmo, il vostro FUOCO SACRO. 
Solo così potrete avere accesso alle infinite variazioni gastronomiche scaturite dalla combinazione dell’infinita biodiversità di madre terra e le folli sinapsi sotto la vostra calotta cranica.

2 - Non esistono sostanze commestibili che non possono combinarsi tra loro;


Non esistono schemi rigidi, non esistono regole assolute, non esistono pregiudizi sugli accostamenti dei cibi e non parlo necessariamente di accostamenti alle spezie, ma anche.
Bisogna osare, anche quando sforzandovi non riuscite a immaginarlo il sapore di un’accostamento, provate comunque a farlo, provate ad immergervi in una nuova dimensione che un attimo prima non conoscevate, ma che avete creato voi.
Se qualcuno vi dice che accostamenti come:
·         Gallinella di mare (o coccio) e Uva Fragola, oppure
·         Sgombri e Camembert, oppure
·         Calamari e Caffé, oppure
·         Gorgonzola e Cioccolato, oppure
·         Ricciola e Mela annurca, oppure
·         Ricotta di bufala e Nero di Seppia, oppure
·         Sgombri e philadelphia, oppure
·         Alga Dashi Kombu e Jalapeno, oppure
·         Radicchio, Cipolla di Tropea, Mela Golden, Aringa affumicata e Yogurt, oppure
·         Beh, continuate da soli!


messi insieme sono una vera schifezza, sappiate con certezza che si sbaglia, sappiate che se sapete trasmettere l’equilibrio corretto ad un piatto, allora i toni saranno esaltati, la venatura che prevale sarà avvincente, avrete aperto una nuova porta su una dimensione creata dalla vostra percezione del sapore.


3 - Non è la cena che non va, siete voi che siete competenti. (parafrasando C.M.Shultz);


Siete nel ristorante di una certa classe, consigliato da un amico carissimo noto ghiottone di prelibatezze, arrivano gli antipasti, sauté di cannolicchi, se siete di origine tarantina o barese vi chiedete: ma si mangiano anche cotti? In ogni caso assaggiate il primo, NESSUN SAPORE, non è il sale che manca, non sono gli ingredienti, aglio, olio, prezzemolo, c’è tutto, persino la cottura va bene, allora riflettete, come è possibile? Increduli assaggiate il secondo cannnolicchio, rimanete basiti. Come è possibile togliere il sapore ad una pietanza che in natura è squisita, come si riesce ad annullarne completamente il sapore senza necessariamente coprirlo con altri?
Cosa fate?
a)      Decidete che è arrivato il momento di complimentarvi con lo chef e chiedete di conoscerlo personalmente e quando si presenta gli chiedete “come si fa a cucinare così i cannolicchi?" Allora lui orgoglioso della domanda comincerà a descrivere le proprietà della sua cucina, quindi lo fermate e specificate meglio la domanda: “volevo dire come si fa a cucinare i cannolicchi così male!” e quindi giù di mano pesante, quindi andate via alzando la voce e non chiedendo neanche il conto.

b)      Decidete che è inutile anche commentare, sarebbe come donare perle di saggezza a chi non potrebbe comunque coglierle, allora fate finta di aver avuto un’urgenza, chiedete il conto, pagate e andate via pensando: “non è la cena che non va, sono io che sono competente!


4 - Se non avete nessuno per cui cucinare, forse cucinate male?

  • Se gli amici trovano le scuse più incredibili per non venire a cena a casa vostra;
  • Se anche i vostri più cari amici insistono per ordinare la pizza quando sono a vedere un film da voi;
  •  Se il vostro partner comincia a scodinzolare come un cagnolino quando uscite fuori a cena e a sbavare quando passate insieme davanti una rosticceria;
oppure, se la vostra strategia per trovare il partner della vostra vita consiste nel prenderlo per la gola, ma sono decenni che non battete chiodo,

                                   ecco allora non c’è dubbio: NON SAPETE CUCINARE.

Voglio spiegarvi, però che non è una malattia incurabile, oppure un handicap che vi renderà invivibile l’esistenza, basta sapersi adeguare, è sufficiente tirar fuori altre doti, non so, ubriacare gli amici a suon di mojito e pina colada prima di propinargli le vostre tartine, conoscere la migliore pizza a domicilio del quartiere, e usare armi di seduzione di massa ben più efficaci di un risotto alla zucca.

Nel caso in cui, però, abbiate deciso che la vostra socialità debba necessariamente passare dai fornelli di casa, esiste un’altra soluzione:
resettare tutto quello che sapete, o credete di sapere, non solo circa la cucina, ma anche circa i sapori.

Non è un’operazione facile, ma l’unico modo per “raddrizzare” il vostro approccio, prima con il cibo, poi con i fornelli e poi con la vostra “deteriorata” immagine di chef.

Suggerisco caldamente di cominciare con un cibo NON gradito, qualcuno sceglierà delle ostriche, altri il tartufo oppure delle semplici rape rosse, preferirei che cominciaste da un cibo che non debba essere cucinato, provando ad assaggiare senza condimento alcuno.

Certo dopo i primi brividi lungo la schiena nel forzarvi a fare qualcosa che ritenete iniqua per voi stessi, inutile per il raggiungimento del risultato e quasi al limite dell’umiliazione, chiudete gli occhi e assaporate le consistenze, i sapori, e ponetevi la domanda:

come mai esiste qualcuno su questa terra che trova questo cibo delizioso?

Se quel qualcuno è un essere umano come voi, di certo anche voi dovete trovare qualcosa di buono o vagamente gustoso nel cibo che state assaporando, vi chiedo allora di convincervi che è impossibile che troviate questo cibo disgustoso, potrete preferirlo ad altri cibi, potreste non metterlo nella top ten dei vostri cibi preferiti, ma da oggi in poi dovrete capire che il gusto ha un carattere più universale del vostro stesso palato, è un’esperienza collettiva che evolve nel tempo ed allora perché farvi sfuggire una cosa così portentosa?


Proseguite poi con il condire il cibo che avete scelto per renderlo ancora più gradevole al vostro palato, non sto parlando chiaramente di spalmare la crema di nocciola sul sashimi, ma di aumentare il livello del vostro gradimento, perché quello che conta poi quando cucinate non è quello che vi dirà la vostra amica sulle vostre uova al tartufo: “il tartufo non mi piace perché odora di Gas Propano”, quello che davvero conta è che siate orgogliosi di quello che avete cucinato.

************************PROSSIMAMENTE***********************************
5 - Sono le 06.00 del mattino, vai a fare la spesa con il Trolley!
6 - Saziati ho detto, non Straziati!
7 - Saziali ho detto, non Straziali!
8 -  Fate l’amore con il sapore e soprattutto non dimenticate i preliminari!
9 - Temperature basse e tempi lunghi, se non avete tempo allora servite del Sashimi!
10 - Sempre pronto ad una nuova idea e ad un antico vino. B.Brecht






mercoledì 12 novembre 2014

PARLA COME MANGI

NOOOOO, ancora un blog che parla di cucina!
Si invece!
Mi presento, mi chiamo Riccardo, e non sono l’ennesimo appassionato della materia in cerca di neofiti, né tantomeno un grafomane dal fornello facile, non faccio né il gastronomo né lo chef, non mi occupo di ristorazione né dell’indotto relativo, eppure, rappresento l’unica vostra speranza di cambiare il vostro rapporto con il cibo.

Questo blog è rivolto in particolar modo a coloro che avrebbero voluto cambiare il loro rapporto con il cibo, stravolgerlo o migliorarlo ma non ci sono ancora riusciti.

Voglio quindi dedicarlo soprattutto a  coloro che hanno visto un certo numero di dietologi (guai oggi a chiamarli così, ti diranno “prego nutrizionista”), senza avere effetti sostanziali e duraturi, sborsando soldi solo per essere messi su una bilancia ed esposti ad umilianti misurazioni.

Meglio ancora a tutti coloro che, convinti che “tutte le diete portano al successo, basta seguirle”, le hanno provate tutte, la Zona, la Dukan, la Dodo, la Atkins, la Scarsdale, la Weith Watchers, la Crono, la 600 calorie, la Dissociata, ed ancora la dieta della Luna, del Biscotto, del Gruppo sanguigno, del Minestrone, della Banana e di qualsiasi variante si siano inventati i “nutrizionisti” di cui sopra, ma senza grandi risultati.

Non dimenticando quelli che sudando come matti in palestra, dedicandosi ad ammalianti attività come cardiofitness, pilates, acqua gym, spinning, gag, body work, total body, just pump e per carità non dimentichiamo zumba, non hanno visto altro risultato che di accrescere il senso di fame e naturalmente di appagarlo, vanificando gli investimenti di abbonamenti annuali di palestre e piscine. I o le più fortunate hanno avuto una storia con il proprio personal trainer!!!

Ed ancora, a tutti gli incauti acquisti in sostanze a limite del doping come aminoacidi, gerle di caffé verde, thé verde, glucomannano, pillole di ananase, sale iodurato, ginseng, garcinia cambogiana e farina di konjac, con l'unico risultato di aumentare la vostra ipertensione, farvi diventare tachicardici e arricchire la vostra erboristeria di fiducia.

Ed infine a tutti coloro che ancora oggi, su saggio consiglio di qualche medico o amico o parente, sono in terapia da psicologi,  shamani o santoni indonesiani, almeno adesso lo stress lo sapete gestire, ma il vostro rapporto con il cibo non è cambiato di una virgola.

Ma lo dedico soprattutto a tutti gli altri, ossia quelli che hanno, o meglio dicono di avere, un corretto rapporto con il cibo, perché per costoro, credetemi, come per tutti coloro che non si mettono in discussione, NON C’E’ ALCUNA SPERANZA!